Khaled Housseini "Il cacciatore di aquiloni" di Francesco Pugliese, classe II B.

Il cacciatore di aquiloni è un romanzo scritto da Khaled Housseini. Le vicende vengono narrate in prima persona dal protagonista del racconto e i fatti si svolgono negli anni '70, in Afghanistan, a Kabul, e successivamente in America.

I personaggi principali sono due ragazzi di nome Amir e Hassan, rispettivamente appartenenti uno alla razza pashtun e uno alla razza hazara. Hassan si rivelerà un amico molto fedele nei confronti di Amir, altrettanto non farà Amir nei confronti di Hassan.

Tra i personaggi più importanti e particolari del romanzo vi è sicuramente Baba, il padre di Amir: un uomo forte e rispettato da chiunque a cui non piace dimostrare il suo affetto verso il proprio figlio in modo diretto.

Poi vi è Rahim Khan, un personaggio assai carismatico a mio parere, amico molto stretto ed intimo di Baba che tiene molto ad Amir, infatti si sente bruciare dentro quando vede Baba essere molto duro con il figlio.

A dare il titolo al romanzo è il combattimento fra gli aquiloni, durante la gara vi era colui che teneva il filo dell'aquilone e l'assistente che alla fine aveva il compito di cacciare gli aquiloni avversari fuori uso in giro per la città. Amir e Hassan, come tutti i bambini della città, si preparano a lungo per questa gara, Amir vuole vincere per dimostrare al padre di non essere un debole e Hassan lo aiuta, è il suo cacciatore di aquiloni. Uno dei passatempi preferiti di Amir e Hassan era la lettura e, poichè Hassan non era mai stato a scuola era Amir che doveva leggere ad alta voce i racconti,  sotto un albero, su cui avevano scolpito le iniziali dei loro nomi, posto sopra una collina. Quel luogo è il simbolo della loro amicizia, passavano lì giornate e giornate, fin quando il sole non fosse calato all'orizzonte.

Amir, oltre la lettura, amava anche molto scrivere (la scrittura diventerà parte integrante della sua vita) e Baba di questo non ne era pienamente felice, egli, infatti, voleva un figlio attratto dallo sport e che volesse intraprendere all'università  una facoltà che poi gli avrebbe dato un lavoro fisso, ma Amir era diverso dagli altri e voleva diventare uno scrittore di grande fama (durante quel periodo essere scrittore non era un lavoro rassicurante per mantenersi da vivere visto i lunghi ed estenuanti periodi di guerra).

Un giorno, la vita di Amir cambiò per sempre. Sfortunatamente assiste ad un avvenimento spiacevole e crudele, lo stupro di Hassan. Da vigliacco Amir non intervenne a soccorrere l'amico ma restò lì a guardare e a pensare che Hassan, al suo posto, sarebbe stato pronto a perdere la vita piuttosto che vedere un amico soffrire.

Da quel giorno tutto fu diverso: Amir avendo capito che non era più degno di avere quell'amicizia unica e cercando di dimenticare quello che era avvenuto, provò in tutti i modi di far andare via Hassan e suo padre; ci riuscì.

Per tutta la sua vita Amir rimase con il rimorso di non essersi chiarito con Hassan, di non avergli chiesto scusa, di non avergli dato un abbraccio o di non avergli letto un altro racconto. Più avanti le cose cambiarono drasticamente. A causa della guerra, Amir e Baba emigrarono in America, lì Amir si sposò e dopo aver parlato l'ultima volta con Rahim Khan partì alla ricerca di Hassan.

 

Consiglierei a tutti questo romanzo perché trasmette emozioni forti e soprattutto grandi valori come l'amicizia e l'amore per la famiglia, il grande valore dello studio e della cultura. Ci fa capire, inoltre, quanto può essere violenta e crudele la guerra e quante ingiustizie sociali ci sono ancora al mondo.

 

Dal romanzo è stato tratto un film di grande successo diretto da Marc Forster.

 

Piemme

2004, 394 pp.

17,50 Euro

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