George Orwell "1984" di Benedetta Persico, classe III A.

“In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è sotto controllo?”

 

1984, Londra, provincia di Pista Uno. In seguito alla conclusione del conflitto mondiale, il mondo è diviso in tre superpotenze, in perenne guerra l’una con l’altra: l’Oceania, l’Eurasia e l’Estasia . Winston Smith vive sotto il regime totalitario del Socing (il socialismo inglese) imperante in Oceania, sotto la guida carismatica del Grande Fratello. La società è controllata in tutti i suoi aspetti tramite degli apparecchi, i teleschermi, che captano qualsiasi segnale acustico e visivo. Gli uomini sono divisi in prolet, ai quali non è richiesto di adattarsi al regime perché considerati inferiori e in membri del partito, impiegati nei quattro ministeri che gestiscono ogni aspetto della società: il ministero della Pace, il ministero dell’Amore, quello dell’Abbondanza e quello della Verità. Persino il pensiero è costretto ad adattarsi al dettame del partito: la pratica del bipensiero implica che il soggetto sia consciamente convinto della veridicità di qualcosa e al contempo inconsapevolmente consapevole della sua falsità. È in questo modo che ogni membro del partito preserva se stesso dallo psicoreato e quindi dalla vaporizzazione, una pratica somigliante alla damnatio memoriae di epoca romana. In una società in cui tutto è vero e falso allo stesso tempo, in cui solo pensare in modo diverso conduce alla cancellazione del nostro passaggio sulla Terra e in cui  tutti i piaceri vengono negati, Winston incontra Julia. Julia vuole cambiare le cose. Mentre Winston comincia a tenere un diario nel quale sfogare tutte le persecuzioni mentali subite a causa del partito, lei, più subdolamente passa ai fatti: apparente modello di ortodossia, vuole riprendersi tutto quello che le è stato negato, ricorrendo ai sotterfugi più impensati. I due intrattengono una relazione senza i vincoli imposti dal regime del pensiero del partito:  riscoprono il sapere perduto delle epoche precedenti al partito, di cui sono ormai rimaste pochissime testimonianze. Ma la fiaba ha vita breve ed entrambi vengono scoperti e portati via dalla psicopolizia. Entrambi hanno la possibilità di tradire l’altro per salvarsi dalle torture e darla vinta al partito e alle ideologie che hanno tanto ostacolato. Chi l’avrà vinta? Il regime assolutista del Grande Fratello o la forza di ribellione di due membri del partito che hanno ritrovato la loro umanità?

 

Fino all’ultimo capitolo questa è la domanda che perseguita il lettore, nella speranza che tutto possa concludersi per il meglio. La soffocante percezione di una realtà oltremodo controllata accompagna il lettore dall’inizio alla fine e lo porta a leggere tutto d’un fiato. La straordinaria percezione di venire catapultati in un mondo che terrorizza, in cui tutto è osservato e viene negata la verità, gli eventi storici e le diversità che contraddistinguono ogni essere umano non può che cambiare il proprio modo di vedere le cose.

Avvincente, profetico, a tratti inquietante: 1984 è il romanzo distopico per antonomasia, il ritratto perfetto dei regimi autoritari del Novecento. Possiede, come tutti i classici d’altronde, l’innata capacità di essere attuale in ogni epoca storica. È commovente la vicenda combattuta di due amanti in una società in cui l’amore, come lo intendiamo noi, è superfluo e lo stesso rapporto sessuale è svilente sia per l’uomo che per la donna, perpetuato solo a fini procreativi. Ma è soprattutto la ribellione del pensiero che cattura l’attenzione del lettore, il fatto che non si possa imbrigliare il pensiero umano e che in un modo o nell’altro esista sempre una possibilità di riscatto. Colpisce, inoltre, la formidabile capacità di Orwell nell’analizzare i regimi totalitari, tenendo a precisare che persino l’acquisto e la qualità del cibo veniva controllata dal partito (come ad esempio con il cioccolato e il caffè). I punti in comune dei regimi vissuti in prima persona da Orwell vengono realisticamente trattati: l’utilizzo di slogan; un capro espiatorio sul quale addossare tutti gli errori del partito; la  guerra perpetua con quella o quell’altra potenza come strumento di arricchimento economico e controllo sulle menti dei cittadini tramite il terrore. Un ritratto realistico del fascismo, del nazismo, dello stalinismo e del franchismo, in cui persino la produzione letteraria era controllata e modellata sulle logiche del partito. Romanzo di denuncia ai totalitarismi e non solo, costringe il lettore alla riflessione sulla propria libertà, porta a fermarsi a riflettere su quanto, ad oggi, si sia realizzato della profezia di “1984”.

 

Mondadori

2002, 336 pp.

11,00 Euro

 

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