Anna Carey "Dark Games" di Ines Ferrazzo, classe II B

Dark Games è un romanzo distopico della scrittrice americana  Anna Carey.

 

La storia inizia in medias res, non sappiamo nulla della protagonista, proprio come lei non sa nulla di se. Nessun nome, nessuna provenienza, nessun passato. Bisogna scoprire la sua storia insieme a lei, un passo alla volta. La ragazza si sveglia sulle rotaie di un treno che per poco non la investe. Ma il conducente frena in tempo e la ragazza è salva, sola, con se solo uno zaino. I presenti e la polizia cercano di aiutarla ma lei scappa. Non sa perché lo fa ma sente di dover fuggire. Nello zaino è presente un block notes con un numero di telefono, una mappa con una stella nera e svariati oggetti tra cui una mazzetta di mille dollari. Decide quindi i dover trovare un telefono, ma prima di tutto di darsi una ripulita. Entra in un supermercato e nell’entrare in bagno urta contro un ragazzo, Ben ,che diventerà il suo punto d’appoggio nel resto del libro.  Chiama il numero presente sul block notes, e seguendo le istruzioni dell’uomo, si ritrova incastrata in una rapina. Capisce allora di non potersi fidar di nessuno. I suoi presentimenti aumentano d’intensità quando un uomo in un vestito nero la pedina e una donna cerca di ucciderla. L’unica persona di cui lei si fidi è Ben, che la invita a stare a casa sua e così fa. Fa amicizia con una vicina e prova a fare delle ricerche su se stessa, qualche annuncio di smarrimento o magari è ricercata dalla polizia, avrà commesso qualche crimine, forse è una ladra, il che spiegherebbe la sua agilità, ma non trova nulla. Si sente sicura, anche se ha perso se stessa. Tra lei e Ben sembra essere nato qualcosa quando l’uomo che la pedinava ritorna sulle sue tracce. Allora lei si allontana da lui per non esporlo a pericoli e scopre di far parte di un gioco. Un gioco malato che la vede come protagonista. E’ l’obiettivo da uccidere, la più abile tra i suoi compagi e quindi anche la più bramata. Incomincia ad avere flash back, e pian piano collega le cose creando una versione più o meno veritiera del suo passato. Chiede aiuto alla polizia ma non viene creduta, nessuno potrebbe credere alla sua storia, solo Ben pare credere a quella follia.

Il libro fa parte di una duologia della quale solo il primo libro è stato finora pubblicato in Italia. La storia è raccontata in prima persona, ed è stata la mia prima esperienza con questo tipo di narrazione. Il libro è raccontato dalla protagonista, il suo è l’unico punto di vista presente nel racconto. I luoghi e i personaggi sono ben definiti. Il finale mi ha sconvolto, in quanto completamente inaspettato.

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