Noemi Ghetti "La cartolina di Gramsci"

Maria Renzo classe V B

Una cartolina, una piccola ed enigmatica cartolina postale che Antonio Gramsci firmò con Julca Schucht e spedì alla sorella di lei, Eugenia, il 16 ottobre del 1922 da Ivanovo-Voznesensk, a circa duecentocinquanta chilometri da Mosca.

Questo misterioso messaggio inedito, apparentemente minore, ci è pervenuto  grazie al lavoro di ricerca di Noemi Ghetti.

Si tratta di un saggio nel quale si intrecciano più livelli di ricerca, da quello storico-politico a quello  psicologico e sentimentale.

Il protagonista è uno strano e inconsueto Antonio Gramsci,  non il severo e integerrimo intellettuale e politico, che la tradizione ci ha sempre mostrato, ma un uomo con tutti i suoi dubbi, al centro di un triangolo amoroso. Conteso da due donne bellissime,

I fatti si svolgono a  Mosca,  tra il 2 giugno 1922 e il novembre dell’anno successivo.

È il periodo in cui entra in contatto fisico e intellettivo col susseguirsi di eventi europei che segneranno la storia mondiale del XX secolo.

Fa parte della delegazione del Partito comunista d’Italia,  guidato da Amedeo Bordiga, giunta nella capitale sovietica per partecipare ai lavori del Comitato Esecutivo allargato all’Internazionale Comunista.

Ma il filo rosso che lega tutti i livelli di lettura del saggio è sostanzialmente uno:

Gramsci ha già intravisto  i limiti dell’impronta che  Lenin ha dato alla rivoluzione bolscevica.

Fin da subito  ha capito che la presunta ortodossia del marxismo-leninismo causerà una frattura insanabile tra popolo e partito.

Anche l’intenzione di tradurre e pubblicare in Italia “La stella rossa”  un romanzo che descrive la società comunista su Marte, di Alexander  Bogdanov, grande avversario di Lenin, lo pone immediatamente tra i “controrivoluzionari”  si badi però che essere controrivoluzionari nel 1922 non voleva più dire essere filo zaristi, ma non essere in linea con il pensiero di Lenin.

Anche il coinvolgimento di una donna nella traduzione dell’opera è in linea con il pensiero di Gramsci: solo se le donne e il popolo saranno liberi e in grado di contribuire con la propria cultura si potrà costruire una società giusta, prima ancora che comunista.

Queste posizioni critiche saranno pagate care da Gramsci.

D’allora in poi il suo nemico non sarà solo il fascismo, che lo imprigionerà e ne causerà la morte, ma anche il Partito comunista che piano piano lo isolerà sempre di più.

Il messaggio di Gramsci è chiaro: non ci può essere nessun progresso, nessun riscatto delle classi popolari se queste sono tagliate fuori dai processi, se il popolo non è considerato depositario di una sua propria cultura e di valori che non dipendono rigidamente dalle condizioni economiche.

 L’economia è importante, ma la cultura  e la coscienza lo sono di più.

Alla luce di tutto ciò il pensiero di Gramsci è attualissimo perché oggi registriamo una crisi che, prima di essere economica, è di partecipazione. La vita attiva dei cittadini è  garanzia di sviluppo culturale e sociale.

Per questo Gramsci dichiara di odiare gli indifferenti, quelli che non parteggiano e non si schierano, ma piuttosto scoraggiano chi ha nel cuore la forza e il coraggio di lottare per cambiare, in meglio, il mondo.

 


Benedetta Loria classe V A

La cartolina di Gramsci --- L'uomo, l'amore e la politica

La figura di Gramsci ha affascinato e continua ad affascinare tuttora, ma l'uomo che conosciamo appartiene, il più delle volte, al Gramsci martirizzato dei "Quaderni dal carcere", al Gramsci successivo al 1926. Ecco perché questo libro rappresenta una porta sulla vita vera di questo straordinario personaggio e sulle sue vicende, amorose e politiche, dal 1922 al 1924, percorrendo passo passo i momenti del suo soggiorno in Russia. Al centro del libro, da cui poi il titolo, vi è una cartolina, rimasta per lungo tempo sconosciuta, una cartolina scritta nella notte del 16 ottobre 1922. E' una cartolina di fondamentale importanza che contiene l'essenza stessa di Gramsci, un uomo politico, deciso e passionale.
Ne emerge un Gramsci disegnatore, un brillante fumettista e soprattutto un uomo diviso tra due donne, al centro di un triangolo amoroso che non ha niente di banale; a contenderselo sono infatti due sorelle, Eugenia e Iulca per le quali nutre un grande affetto ed una grande stima. Non si tratta quindi del solito triangolo "borghese" come lo definisce l'autrice stessa, un triangolo che veda da una parte una moglie e dall'altra un'amante segreta (come lo è stato quello di Lenin) ; è il triangolo tra due donne dotate di una forte personalità e figlie di un intimo amico di Lenin. Si tratta quindi di due figure estremamente particolari che irromperanno nella vita di Gramsci e ne influenzeranno inevitabilmente il percorso. A tal proposito è importante notare come la solita scissione tra vita privata e politica in realtà in Gramsci non esista; il suo scontro politico si riflette nell'interiore e viceversa, un particolare molto interessante che dice molto sul suo carattere. Il suo rapporto con le donne è, infatti, protagonista della sua storia: è indubbiamente un uomo che ha sempre coinvolto le donne della sua vita nel suo lavoro, tenendone sempre considerazione e facendo tesoro delle loro opinioni, in linea col suo pensiero comunista e soprattutto di uguaglianza tra uomo e donna (coinvolge infatti Iulca in un progetto di traduzione del libro "La stella rossa" di Bogdanov) . Ma Gramsci è, allo stesso tempo, un uomo insicuro del suo aspetto a causa della malattia che lo tormenta fin da piccolo e che nonostante il suo primo amore con Pia Carena, mai si sarebbe aspettato di finire al centro di un triangolo amoroso così singolare. Lascia quindi a bocca aperta il suo coraggio nel manifestare i suoi sentimenti, le sue paure e le sue insicurezze a queste due donne: Eugenia diventa la sua compagna al sanatorio, con la quale si intrattiene in lunghi discorsi. Mi piace pensare ad un innamoramento più che fisico, intellettuale, nato proprio dalla condivisione di idee e pensieri. Iulca, la sorella più giovane, è invece dotata di una straordinaria bellezza, oltre che intelligenza, e colpisce Gramsci come un dardo scoccato dallo stesso cupido. Diventa difficile, quindi, riuscire ad esprimere i suoi sentimenti avendole entrambe al proprio fianco ed ecco perchè, quando finalmente riesce a trascorrere del tempo da solo in compagnia di Iulca, nasce questa cartolina, in cui l'affetto che nutre nei suoi confronti è messo nero su bianco su una cartolina destinata ad Eugenia.
Vi leggiamo un Gramsci inedito, più umano, ma che mai abbandona quel coraggio che è forse l'emblema di questo personaggio.
Alla luce di questa breve riflessione, la mia domanda è questa: "Quanto, l'amore per queste due donne tanto diverse, quasi l'una l'opposto dell'altra, ha influenzato la vita di Gramsci e il suo percorso politico?".


Marianna Caria classe V B

A quasi ottant’anni dalla sua scomparsa, il pensiero e le opere di Antonio Gramsci costituiscono ancora un’eredità ingombrante e rassicurante per la sinistra e il movimento operaio italiano e continuano a rappresentare un problema di interpretazione per tutti coloro che si occupano di politica, filosofia e storia italiana.

Gramsci è stato sicuramente uno dei punti di riferimento del pensiero politico degli ultimi sessant’anni e anche, uno degli uomini di cultura, di “sinistra”, più studiati in Italia e all’estero.

 Nasce nel 1891 in Sardegna , dopo la licenza liceale si trasferisce a Torinoper frequentare l’università , ma qui  aderì nel 1913 al Partito Socialista, e di fatto abbandonerà  gli studi per dedicarsi attivamente alla politica e al giornalismo.

                                                                                                                                                               Nel 1921, partecipò al Congresso Socialista, contribuendo alla fondazione del  Partito Comunista, nato da una scissione che Gramsci in fondo non voleva.  In virtù della nomina di  rappresentante di questo partito, risiedette per due anni a Mosca.                                                                                     

Qui conobbe  le sorelle  Schucht:  e tra queste  quella che sarà sua moglie, Eugenia.   

Eletto deputato nel 1924, rientrò in Italia assumendo la guida del partito durante la crisi Matteotti.

L’8 Novembre del 1926 fu arrestato e condannato a oltre 20 anni di carcere.

Qui scriverà i “Quaderni del carcere” un’opera che avrebbe dovuto essere il punto di riferimento di tutto il movimento operaio, impegnato nella lotta per l’emancipazione e la conquista dell’egemonia  culturale e poi politica nella  società italiana.

La lezione  di Gramsci  non  fu sempre ben accolta, la sua posizione critica nei confronti dell’Unione Sovietica  (Paese di riferimento del comunismo mondiale)  lo relegò ai margini del Partito.

I temi analizzati da Gramsci sono tanti: la coscienza di classe e il suo manifestarsi nella cultura contadina e operaia, la rappresentanza politica attraverso la democrazia il ruolo degli intellettuali e dei partiti politici nella costruzione di una società senza fruttati e sfruttatori.

Temi che comunque saranno sempre oggetto di discussione  all’interno del Partito Comunista Italiano.              

Voleva individuare le condizioni necessarie per far si che il comunismo diventasse “l’esito obiettivo”  concreto di  masse di diseredati e subalterni e questo in Italia non poteva accadere se non si fosse realizzata una sorta di  alleanza tra gli operai del Nord e i contadini del Sud.                                                                                                                              Antonio Gramsci morì il 27 Aprile 1937, dopo essere stato per oltre dieci anni prigioniero delle carceri fasciste, sottoposto a torture psicologiche e fisiche, in mezzo alle quali aveva cercato di resistere e di lottare per la libertà.      

Mussolini disse che bisognava impedirgli di pensare, di essere un punto di riferimento del movimento operaio e contadino.

Gramsci è stato un politico e un  rivoluzionario, uno dei più grandi del Novecento.

In un primo momento ammira  Lenin e il successo che ha avuto in Russia, ma ben presto capisce  che la lotta della classe operaia non avrebbe conseguito nessun successo se il popolo non fosse stato coinvolto attivamente. Il partito e gli intellettuali che lo compongono non possono essere avulsi dalla società, al contrario solo se questi sono organici al popolo, si potrà realizzare il comunismo.

Infine, ha ragione Togliatti quando dice:

“Antonio Gramsci fu un teorico della politica, ma soprattutto fu un politico pratico, cioè un combattente” .